sri Lanka train

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Spesso mi viene detto “vorrei avere la tua vita”, e’ un idea che viene naturale se ci si ferma a guardare le mie foto eteree che fanno sognare che posto su instagram. Ma sappiamo tutti che dietro alle foto la vita vera e’ ben diversa, la mia infatti, e’ in realta’ un casino unico. Eccovi un assaggio di una mia giornata tipo!

 

Sono le 5.30 del mattino e I miei occhi spalancati, fissano il soffitto attraverso la zanzariera.

Adesso lo uccido quel gallo di merda!

Sta urlando come un maniaco—sotto la mia finestra—da almeno 40 minuti. Se non chiude il becco giuro che lo faccio fuori e me lo mangio per cena! (ok non e’ vero non lo farei mai, non farebbe bene al mio Karma)

Cerco di tornare a dormire ma il mio amico pennuto, che adesso e’ in compagnia di un gruppo di oche dallo starnazzo agonizzante, non ha la minima intenzione di lasciarmi riposare e continua imperrterrito col suo chicchirichi del cazzo.

Ci rinuncio, mi alzo, vado in cucina e metto l’acqua a bollire sul fornello.

Ho bisogno di caffeina. Subito!

E’ una giornata di pioggia ad Arusha. E’ umido ma l’aria e’ fresca, un bel cambiamento considerando che ho respirato afa e polvere per le ultime due settimane!

Ho appena finito un lavoro con una ong a Moshi e sto per iniziarne un altro con un agenzia locale che si occupa di Safari. Il tempo sembra non bastare mai quando lavoro: dopo esser stata in giro a scattare tutto il giorno, ho ancora ore di lavoro davanti l computer una volta tornata la sera, il che’ lascia poco spazio per riposare o fare qualsiasi altra cosa. Sono sempre stanca e dormo pochissimo, il mio cervello e’ spesso fritto e annebbiato, ma non posso lamentarmi. Sono grata di vivere questo tipo di vita e d’altronde me la sono scelta io!

Torno in cucina, le mie uniche opzioni sono del caffe’ istantaneo dall’aria sospetta e del latte in polvere della Nestle’…bella merda! Finalmente metto in corpo un po di caffeina e—forse per effetto placebo—mi sento istantaneamente meglio.

L’appartamento e abbastanza squallido e buio—ma c’e’ l’acqua calda, che e’ una cosa da non dare mai per scontata qui!—non sono le mie condizioni preferite per scrivere ma mi siedo e inizio a battere sulla tastiera. Vado avanti per circa e vengo interrotta da qualcuno che bussa alla porta. E’ il mio autista ed e’ in anticipo. Finisco l’ultima frase, tracanno il resto del mio caffe’, ormai freddo, prendo la borsa e esco dal compund.

Mentre siamo bloccati nel traffico mando un messaggio alla mia migliore amica, Natascia, e le racconto le mie avventure degli ultimi giorni. La sua risposta e’ piu o meno cosi’: “sei la solita irresponsabile del cazzo, un giorno ti farai ammazzare se continui cosi’”.

Si riferisce al fatto che non ho mai incontrato l’uomo con cui sto per lavorare. Ci siamo scambiati un paio di emails e abbiamo parlato al telefono un volta, accordandoci che avrebbe mandato un autista a prendermi a Moshi e mi avrebbe portato ad Arusha dove hanno sede, mi ha anche detto che hanno dei compund della compagnia appena fuori citta’ e posso fermarmi a dormire li invece che andare in hotel…a me suonava benissimo!

Infatti, a dire il vero, e’ proprio cosi’ che va di solito quando faccio questo tipo di lavori, non mi incontro mai faccia a faccia fino a quando e’ il momento di iniziare il lavoro. Ormai ho sviluppato un buon radar per capire se posso fidarmi o se sto andando nelle braccia di uno psicopatico verso la mia fine, il mio istinto lo sa, e mi fido sempre del mio istinto!

Capisco la preoccupazione della mia amica pero’, mi conosce troppo bene e e’ consapevole del mio grado di irresponsabilita’ quando viaggio. Capisco che per molte persone le cose che a me sembrano piu che ordinarie possano sembrare fuori di testa, tipo saltare in macchina con un totale sconosciuto che ti porta in un compound nel mezzo del nulla…ma so quello che sto facendo. La mia vita e’ fatta di una successione di momenti ‘anormali’, e’ cosi’ da anni. Natascia mi fa notare che il piu delle volte nessuno al monda sa esattamente dove mi trovo e mi fa promettere che d’ora in poi le mandero’ la mia posizione quando mi ritrovo in situazioni potenzialmente pericolose. Acconsento e lei sembra sollevata.

BAM!

Vengo tirata fori dalla mia predica virtuale da un tonfo fortissimo. Un tipo in bici si e’ schiantato sul lato della nostra auto, ma sembra non si sia nemmeno accorto perche’ va avanti come se niente fosse.

Il traffico e’ intenso. Macchine e persone ammassate, una moto va zig zag tra le file di auto ignorando qualsiasi legge della fisica, un dala-dala—l’equivalente locale di un minibus—viene dritto verso di noi nella corsia sbagliata, uomini urlano prepotentemente dalle loro bancarelle di occhiali da sole e portachiavi per attirare I passanti, una capra aspetta pazientemente il momento piu opportuno per attraversare la strada, folate di cibo fritto e pesce essicato entrano in macchina avvolgendoci mentre fuori viene giu il diluvio universale…Oh Africa!

Finalmente arriviamo in ufficio e incontro il capo dell’agenzia. E’ molto piu giovane di come me lo immaginavo, non un uomo di molte parole ma decisamente non uno psicopatico intenzionato a uccidermi! 🙂 Dopo unpaio d’ore di meeting dove pianifichiamo I vari contenuti da creare durante il Safari siamo pronti a partire per Serengeti (domani.)

L’ufficio ha Wi-fi abbastanza veloce e decido di approfittarne per lavorare un po (bisogna sempre approfittare di questi rari momenti di wifi decente!)

Dopo un paio d’ore abbastanza produttive inizio a perdere la concentrazione. Dovrei rispondere ad una valanga di emails e fare la mia shot-list per domani ma la mia mente vaga nei posti piu inaspettati: da fastasie sessuali incredibilmente inappropriate su un ragazzo con cui ho lavorato di recente che mi ha scritto la sera prima, a stupide ansie da prestazione sul lavoro che devo fare, a inutili liste di cose da fare che non mi ricordero’ mai di fare. Mi sento sempre un po off il giorno prima di un nuovo lavoro ma oggi sono particolarmente irrequita. (saranno I residui del sangue di capra che ho bevuto la settimana scorsa per far felici I Maasai che mi hanno ospitata nel loro villaggio?!😂).

Niente non riesco a concentrarmi, meglio chiudere bottega per oggi. Il mio autista mi porta in un ristorante per prendere la cena da portare a casa e mi riporta in compound. Dopo mangiato accendo un incenso—me li porto sempre dietro, ammesso che stia andando in India o a Bali, li hanno gli incensi migliori—mi siedo a gambe incrociate sul pavimento, chiudo gli occhi e medito per circa 20 minuti.

Strane sensazioni affiorano ma non gli do un nome, le osservo e basta.

Quando riapro gli occhi mi sento piu calma e ho un flash di chiarezza sul perche’ mi sentivo cosi irrequieta: Sto per tornare “into the wild” (in italiano non mi viene!).

L’ultima volta che mi sono trovata in mezzo alla natura selvaggia Africana, ero in uno stato transitorio della mia vita, sapevo di dover cambiare qualcosa ma non capivo cosa. E poi, dal nulla, forte e dolorosamente come una sberla che ti ribalta, mentre guardavo una giraffa correre, leggera, eterea, ho colto per un secondo quello che era veramnete la vita e ho capito che la mia (vita) a NYC non era piu fatta per me…dovevo lasciare la mia amata citta’, il mio appartamento, il mio mondo. E un paio di mesi dopo mi sono ritrovata a donare quasi tutto quello che avevo ad uno degli shelter per senza tetto dell’East Village con in mano un biglietto di sola andata per il mondo…

Oggi, ancora una volta, sento uno stran bisogno di cambiamento. Come sempre non ho la piu’ pallida idea di cosa debba cambiare ma ho la sensazione che lo scopriro’ presto.

Chissa’ che magia faranno questa volta gli animali dell’Africa… ✨

 

Vi tengo aggiornati 😉

 

Love,

S