Holi. Il festival dei colori. La festivita’ Hindu che celebra la vittoria del bene sul male, l’inizio della primavera e la fine dell’inverno. Una giornata importante in India: la gente esce in strada a festeggiare, balla, ride e si tira addosso il gulal (polvere colorata naturale)…uno scenario divertente e felice no? No, non per me. Purtroppo l’Holi e’ stata un’esperienza spiacevole per me.

Fatemi iniziare dicendo che io AMO l’India e la sua gente. Ho molti amici indiani e devo un sacco della mia crescita personale a questo paese meravigliosamente vasto e pieno di diversita’. Tutto questo non riguarda l’India, non riguarda gli uomini, tutto questo riguarda il comportamento di un paio di mele marce e come il loro comportamento fa sentire una donna. Tenetelo a mente mentre leggete quello che segue.

Ero a Varanasi durante l’Holi. Era il mio ultimo giorno nella citta’ santa e dovevo prendere un volo per Delhi quella sera stessa. Stavo lavorando, ero ‘on assignment’ per un agenzia, dovevo documentare il festival.

Un paio di giorni prima—ero a Delhi—quando ho detto alla mia amica Ruchie che dovevo documentare l’Holi, lei mi ha detto di non andare: “La gente va fuori di testa, bevono, diventano molesti, stai in casa, non uscire nelle strade, è meglio fidati”. Pensavo stesse facendo l’amica iper-protettiva (sono abbastanza petite) quindi le ho sorriso annuendo senza darle troppo peso.

Più si avvicinava il giorno del festival più la gente che incontravo mi diceva di non uscire di casa, ovviamente ho iniziato a preoccuparmi, ma avevo un lavoro da fare e il lavoro e’ lavoro. Il giorno prima dell’Holi ho incontrato un ragazzo inglese carinissimo che mi ha detto che anche lui il giorno dopo sarebbe stato fuori sui Ghats e di mandargli un messaggio se ero fuori da sola che lui mi avrebbe raggiunta volentieri. Mi sono sentita subito meglio.

La mattina fatidica ero pronta per avventurarmi da sola tra le strade di Varanasi ma il proprietario della mia guest house, un ragazzo della mia eta’, mi ha invitata ad andare sul tetto di casa di un amico con lui e altri ragazzi ospiti della guesthouse. Ho avvolto la mia macchina fotografica in tutte le borsine di plastica che ho trovato e sono andata con loro.

Il momento in cui ho messo piede fuori mi sembrava di essere in una zona di guerra: bambini ovunque che ti sparavano con le loro pistole ad acqua tra I vicoli strettissimi della cotta’ vecchia (acqua mischiata a colore…chimico, molto chimico!), ragazzini che ti buttavano bombe d’acqua dalle finestre e dai balconi, gente che ti spalmava il gulal in faccia, altri bambini che spuntavano fuori dal nulla e ti rovesciavano in testa secchiate d’acqua; Ad un certo punto sono abbastanza sicura che qualcuno mi ha spruzzato addosso persino della benzina…Follia pura! Ma era tutto ok, era divertente (macchina fotografica a rischio a parte)

Arriviamo a casa dell’amico e ci sono solo una decina di occidentali che si tirano addosso secchiate d’acqua. Non posso stare qui tanto, ho bisogno di portare a casa gli scatti che vuole l’agenzia (cioe’ scatti di gente del posto che si tira addosso il colore). Allora convinco alcuni dei ragazzi a venire con me e ci dirigiamo verso I ghats.

Quando arriviamo sul ghat principale non noto niente di strano li per li. Non c’erano piu bambini ma solo adulti. Io ero sul pezzo, super concentrata a scattare e a non lasciar bagnare la macchina fotografica, ma la situazione adesso iniziava a farsi abbastanza intensa…

Voglio incontrarmi col ragazzo inglese ma non riesco nemmeno a tirar fuori il telefono dalla tasca, tutto succede velocissimamente: c’e’ gente ovunque, acqua e polvere che mi arriva addosso da tutte le parti.

Un gruppo di ragazzini felici e chiaramente ubriachi viene verso di noi e inizia ad abbracciare tutti (usanza comune durante l’holi, l’abbraccio simboleggia la riappacificazione). Non sono molto nel mood di abbracciare sconosciuti ma e’ festa e non voglio fare la snob; mi lascio quindi abbracciare da due dei ragazzini che mi sorridono e mi riempiono la faccia di colore. Lascio fare anche al terzo ragazzino e…BAM! Mi tocca una tetta! 😳

Non me l’aspettavo minimamente e rimango un po’ spiazzata. Me lo tolgo di dosso lanciandogli uno sguardo assassino e gli passo davanti. Sono abbastanza infastidita ma giungo alla conclusione che e’ solo un teenager con gli ormoni a 1000 e lascio perdere.

Un altro gruppo di ragazzi ci approccia—questa volta hanno intorno ai 30 anni—iniziano ad abbracciarci e colorarci; uno dei ragazzi viene ad abbracciarmi e…BAM! Mi tocca il culo! 😳

Che cazzo sta succedendo qui?!

Adesso non sono solo confusa, sono incazzata. Mi guardo in giro e improvvisamente noto che…non ci sono donne in giro. Le uniche donne che vedo sono straniere…

Mi giro un secondo e…BAM! Un altro tipo mi tocca il culo e in una mossa da ninja mi da una strizzata di tette allucinante.

Adesso capisco benissimo cosa sta succedendo e so di dover andare fuori dalle palle al più presto. Metto via la macchina fotografica e dico a uno dei ragazzi che e’ con me che me ne sto andando e lui decide di venire via con me. Ci sono circa 900 metri da qui alla guesthouse e…BAM! BAM! BAM! BAM! BAM! I miei poveri glutei vengono afferrati e strizzati da almeno 20 uomini nel frattempo.

Non avevo modo di scamparla: erano ovunque, anche se avevo le braccia incrociate sul petto provavano comunque a raggiungere la base. Alla fine mi sono ritrovata a mollare pugni e a urlare come una pazza “Fuck you motherfucker” a chiunque mi passasse vicino.

Arrivo in guesthouse. Sono incazzata nera.

Continuo a pensare “Certo che non e’ che vedi me o qualsiasi altra donna sul pianeta andare in giro a strizzare cazzi, culi e palle a destra e a manca, perche’ devo ricevere un trattamento del genere perche’ sono donna?”

Butto via I miei vestiti ormai inutilizzabili e mi faccio la doccia più lunga della mia vita. Sto cercando di lavare via il colore ma anche quel senso amarissimo di disgusto e rancore che mi sta divorando. Chiudo l’acqua, mi avvolgo nella salvietta e mi guardo allo specchio. Ho ancora I capelli rosa—saranno rosa per altri sei mesi—e sono ancora incredibilmente incazzata.

Non e’ solo il “toccaggio” di culo che mi fa incazzare, e’ qualcosa di molto piu grande. E’ sapere che questo tipo di comportamento è ancora così diffuso

Piu tardi quel pomeriggio il mio autista mi viene a prendere per portarmi in aeroporto. I vicoli sono calmi adesso, non ci sono piu bambini in giro, solo un paio di persone che puliscono la strada bagnata e rossa dal gulal.

Durante il viaggio in auto non riesco a smettere di rivivere quello che e’ successo nella mia testa. Penso che dovevo ascoltare Ruchie, e che se l’avessi fatto mi sarei evitata questa esperienza del cazzo. Penso a quanto sia ingiusto che per colpa di un paio di uomini che si comportano come dei pezzi di merda la reputazione di un intero genere (e di un intero paese in questo caso) venga compromessa. Penso a quanto sia importante alzare la voce e farsi sentire quando succedono cose di questo tipo e non lasciare che tutto venga spazzato sotto un tappeto fatto di scuse che permettono alla situazione di continuare imperterrita e perpetua.

In aeroporto incontro il ragazzo inglese, anche lui partiva quella sera. Ci prendiamo un chai e parliamo delle nostre esperienze di quella mattinata. Ovviamente la sua esperienza e’ stata completamente diversa dalla mia, nessuno l’ha toccacciato contro il suo volere, la cosa peggiore che gli e’ capitata e’ di esser stato forzato a ballare. Gli dico quanto sono incazzata e lui mi dice “Dovresti scrivere di tutto questo”. Ha ragione, dovrei.

Mi ci sono voluti sei mesi per sedermi a scrivere queste parole, perchè avevo paura di danneggiare la reputazione di brava gente che non ha niente a che fare con questo tipo di comportamento.

L’Holi e’ una bellissima festivita’ felice e colorata, ma quello che vi ho appena raccontato è il suo lato oscuro. I media non ne parlano ma dovrebbero, perche’ molte persone non hanno idea di quello che vi ho appena raccontato e perche’ il primo passo per cambiare le cose e’ iniziare a parlarne. E questo tipo di comportamento deve assolutamente cambiare.

? Love,

S